24 feb 2018

Recensione Kafka sulla spiaggia, di Haruki Murakami

La prima recensione che mi sento di proporvi, è sicuramente legata al mio autore preferito degli ultimi anni: sto parlando del giapponese Haruki Murakami, che secondo molti rumors (non confermabili in quanto la lista degli effettivi candidati viene pubblicata dopo diversi anni) pare abbia ricevuto diverse candidature per il premio Nobel per la Letteratura.

Il libro che consiglierei per un approccio iniziale ai suoi libri è Kafka sulla Spiaggia, pubblicato per la prima volta in Italia nel 2008.

TRAMA
Un ragazzo di quindici anni, maturo e determinato come un adulto, e un vecchio con l'ingenuità e il candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo diretti allo stesso luogo, Takamatsu, nel Sud del Giappone. Il ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka, è in fuga dal padre, uno scultore geniale e satanico, e dalla sua profezia, che riecheggia quella di Edipo. Il vecchio, Nakata, fugge invece dalla scena di un delitto sconvolgente nel quale è stato coinvolto contro la sua volontà. Abbandonata la sua vita tranquilla e fantastica, fatta di piccole abitudini quotidiane e rallegrata da animate conversazioni con i gatti, dei quali parla e capisce la lingua, parte per il Sud. Nel corso del viaggio, Nakata scopre di essere chiamato a svolgere un compito, anche a prezzo della propria vita. Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il vecchio e il ragazzo avanzano nella nebbia dell'incomprensibile schivando numerosi ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma che rappresenterà il compimento del proprio destino. Diversi personaggi affiancano i due protagonisti: Hoshino, un giovane camionista di irresistibile simpatia; l'affascinante signora Saeki, ferma nel ricordo di un passato lontano; Òshima, l'androgino custode di una biblioteca; una splendida prostituta che fa sesso citando Hegel; e poi i gatti, che sovente rubano la scena agli umani. E infine Kafka. "Uno spirito solitario che vaga lungo la riva dell'assurdo".

La sua tecnica di scrittura è molto particolare: è facile, infatti, storcere il naso e sentirsi lievemente annoiati le prime volte in cui si legge qualcosa di suo, ma non demordete: come si suol dire, the best is yet to come! - il meglio deve ancora arrivare! Dunque, credo sia meglio esser preparati a ciò che ci aspetta. 
In primis, Murakami tende ad un linguaggio semplice e quotidiano, ma anche abbastanza lento e riflessivo: i suoi personaggi sono quasi sempre persone comuni a cui non manca una certa dose di cultura e passione per le arti, nello specifico per la musica jazz o classica, e per la letteratura internazionale (infatti, sono pochi gli autori giapponesi citati e per lo più non contemporanei).
I suoi personaggi richiamano fortemente la personalità dell'autore e presentano delle caratterizzazioni spesso ricorrenti di libro in libro. 
Altro punto da tenere in considerazione, è la linearità delle storie: lo scrittore, infatti di rado scrive una storia unica, ma tende a presentare delle storie parallele dedicate ai singoli personaggi, che arrivano ad intersecarsi da circa metà libro per poi diventare un'unica grande storia che lascia senza fiato. 
Una lettura impegnativa, quindi, ma basta esser preparati per riuscire ad apprezzare la poesia e e la delicatezza che i suoi libri conservano e dispensano a piccole dosi, pagina dopo pagina e parola dopo parola, fino a renderci parte integrante di qualcosa i più grande di noi, che va oltre la realtà che conosciamo.

I tre aggettivi che qualificano il romanzo sono:
onirico, introspettivo, inaspettato.


Confesso che non si è trattato della mia prima lettura di Murakami, ma proprio per questo mi sento di potervi consigliare questo come il libro perfetto per cominciare a conoscerlo.
Sicuramente uno dei più avvincenti e scorrevoli della sua lunga bibliografia, è quello che incuriosisce di più per la sua vicinanza con il mondo fantastico, che non tarda a mostrarsi in un circolo di stranezze che fanno chiedere al lettore: "E' un sogno o sta accadendo veramente?".
I personaggi, poi, sono perfettamente contestualizzati e descritti, ed è impossibile non affezionarsi, sopratutto a Nakata, un anziano che dentro invece è ancora un bambino, la cui innocenze fa sciogliere il cuore, in contrapposizione con l'estrema maturità di Kafka, dall'animo duro e forgiato nonostante la giovane età.
Le storie continueranno parallelamente per tuttala durata del libro, intrecciandosi giusto nel finale, in cui vi si mozzerà il fiato e che sarà totalmente inatteso!
Non vi svelo altro, ma tenetevi pronti ad una bella dose di filosofia e spiritualità, e non aspettatevi certamente nulla di perfettamente conclusivo! L'autore predilige finali quasi aperti e spesso sospesi, e se questo può a volte lasciare delusi, dopo un'attenta riflessione capirete che nel suo mondo in cui il reale e l'immaginario diventano un tutt'uno, costruire un finale ben strutturato snaturerebbe l'atmosfera onirica di ogni evento.
In poche parole, armatevi di pazienza e curiosità e immergetevi nella poetica di uno degli autori contemporanei considerato tra i più innovativi del nostro secolo!


Spero che la mia prima recensione vi sia piaciuta e vi sia stata utile nella scelta della vostra prossima lettura!
E' un vero piacere condividere con voi l'amore per i libri.

Un saluto a tutti,

Silvia

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